Le Acli, Associazioni cristiane lavoratori italiani, sono un’associazione di laici cristiani che, attraverso una rete di circoli, servizi, imprese, progetti ed associazioni specifiche, contribuisce da più di 60 anni a tessere i legami della società, favorendo forme di partecipazione e di democrazia. Giuridicamente, le Acli si presentano come una “associazione di promozione sociale”: un sistema  diffuso e organizzato sul territorio che promuove il lavoro e i lavoratori, educa ed incoraggia alla cittadinanza attiva, difende, aiuta e sostiene i cittadini, in particolare quanti si trovano in condizione di emarginazione o a rischio di esclusione sociale. Come soggetto autorevole della società civile organizzata, le Acli sono protagoniste nel mondo del cosiddetto “terzo settore”: il volontariato, il non profit, l’impresa sociale.

L’Associazione conta oggi oltre 986.000 iscritti, in Italia e all’estero, e 8100 strutture territoriali, tra cui 3500 circoli106 sedi provinciali e 21 regionali. Gli utenti raggiunti dai diversi servizi sono ogni anno circa 3 milioni e mezzo.Tra i principali settori di intervento delle Acli: la tutela e la promozione dei diritti sociali e l’educazione alla cittadinanza attiva; l’assistenza previdenziale (Patronato) e fiscale (Caf); la difesa dell’ambiente (Anni Verdi) e del consumatore (Lega consumatori Acli); il sostegno agli agricoltori (Acli Terra); la formazione professionale (Enaip), la creazione e promozione di cooperative e, più in generale, di lavoro associato (Solaris); l’animazione culturale (Unasp) e sportiva (Us Acli); il turismo sociale (Cta); la promozione della donna (Coordinamento Donne), degli anziani (Fap) e della condizione giovanile (Ga); l’impegno per la pace, lo sviluppo, la solidarietà internazionale (Ipsia); l’impegno con gli immigrati (Acli Colf e Progetto Immigrati).

L’impegno associativo e di servizio delle Acli, dalla loro costituzione (1945) ad oggi, si è andato diffondendo anche fuori dai confini nazionali. Attualmente, l’Associazione è presente in quasi 30 Paesi nel mondo, con esperienze antiche ed iniziative nuove. Dalla tradizionale e sempre viva presenza lungo le strade dell’emigrazione italiana (dall’Europa al Sudafrica, dall’America del Nord a quella del Sud, per finire all’Australia), alle numerose e ormai consolidate esperienze di gemellaggio, cooperazione e promozione sociale in Brasile, in Argentina, nei Balcani (Kosovo, Bosnia Erzegovina, Albania), e in Africa (Kenya e Mozambico).
E’ possibile seguire le attività e le iniziative delle Acli attraverso il sito www.acli.it, quotidianamente aggiornato.

Le Acli hanno ricevuto la certificazione di qualità ISO 9001.

Come nascono le Acli

La Acli nascono nel corso di quattro incontri che si tengono a Roma dal 14 giugno al 5 luglio del 1944, a pochi giorni dalla liberazione della città e all’indomani della firma del Patto di Roma che aveva sancito la costituzione della Cgil unitaria.
La prima uscita pubblica delle Acli (considerata la nascita “ufficiale” delle Associazioni) si ha con un convegno svoltosi tra il 26 ed il 28 agosto, nel convento di Santa Maria sopra Minerva, sempre a Roma.
(cfr. “Le Acli dalle origini a oggi”, Editoriale Aesse 2004)
Ecco le parole con cui il fondatore delle Acli, Achille Grandi, ricostruisce i momenti delle origini:
“(…)Era convincimento di noi tutti che i lavoratori cristiani, pur entrando in un’organizzazione sindacale che affermava solennemente di rispettare tutte le opinioni politiche e religiose, avessero bisogno di un’organizzazione che li formasse solidamente nella dottrina sociale cristiana.

Noi volevamo che rivivessero nelle Acli le nobili tradizioni della dottrina leoniana e di quelle mirabili opere che sorsero in Italia in seguito all’importante enciclica, e che raggiunsero il massimo della loro efficienza dopo l’altra guerra.
E perché rimanessero nel solco della tradizione occorreva agganciarsi all’Istituto cattolico di attività sociali che fu l’erede di tutte le opere sociali secondo gli ordinamenti che diede Pio XI all’Azione cattolica oltre 20 anni fa. Così iniziammo ancora prima del Patto di Roma i primi contatti con vari dirigenti dell’Azione cattolica per mettere le basi e delineare le finalità dell’organizzazione.
Ma questa non poté sorgere immediatamente dopo la liberazione di Roma perché occorreva il crisma dell’Autorità ecclesiastica e questo si poté ottenere solo quando fu possibile lavorare alla luce del sole.
In attesa che sorgessero quelle che allora andavamo chiamando con linguaggio convenzionale e terminologia provvisoria Associazioni libere, costituimmo un Ufficio sindacale della Democrazia cristiana ma facemmo allegare, però, al Patto di Roma, una dichiarazione nella quale rivendicavamo la libertà di preparare i nostri lavoratori alla vita sindacale in libere associazioni che integrassero il sindacalismo unitario. Ed io personalmente ho sempre riaffermato tale diritto di fronte ai miei colleghi della Segreteria confederale(…)
“.

Per la storia sarà bene ricordare che il nome di “Acli” fu trovato dell’avvocato Vittorino Veronese, presidente dell’Icas che collaborò intensamente al sorgere delle Acli; oltre all’avv. Veronese e a mons. Borghino, l’avvocato Ludovico Montini e i miei immediati collaboratori sindacali e cioè Pastore, Giannitelli, Bellotti, Cuzzaniti, il povero Frascatani ed altri. L’Autorità ecclesiastica designò mons. Civardi ad Assistente ecclesiastico, uno dei sacerdoti meglio preparati alla dottrina e alle tradizioni del pensiero sociale cristiano.(…).
(tratto da “Raccontare le Acli”, in Aesse-Azione sociale n. 1/2005, pp. 25-28)

Achille Grandi, nasce a Como nel 1883 e muore a Desio il 28 settembre 1946. È stato indubbiamente uno dei protagonisti della storia sociale politica dell’Italia contemporanea.
Fu Segretario della Cil dal 1922 al 1926 e deputato nelle file del Partito popolare. Dopo il forzato silenzio nel ventennio fascista, ricoprì l’incarico di Segretario della Cgil unitaria dal 1944 al 1946. Fondò e fu primo presidente delle Acli e partecipò ai lavori dell’Assemblea costituente, in cui ricoprì la carica di vice Presidente.
Il fondatore delle Acli ha vissuto in tempi molto difficili, pagando di persona per la sua coerenza. Era il primo di quattro figli di una modesta famiglia operaia. Suo padre faceva il “tintore”, ma quando perse il lavoro Achille, appena undicenne, dovette andare a lavorare in una tipografia.
A meno di venti anni si distingue come animatore dell’associazionismo sindacale nella città di Como. Nel 1905 è tra i fondatori di un giornale cattolico “La vita del popolo”.
L’anno successivo, nel 1906, si sposa con Maria Croato che rimarrà sua fedele compagna per tutta la vita. Nel 1908 viene eletto consigliere provinciale e comunale di Como.
Durante la prima guerra mondiale si schierò su posizioni neutraliste. Achille Grandi fu tra i pochi del Partito popolare che non votarono a favore del governo Mussolini, formato all’indomani della marcia su Roma. Scelse con altri parlamentari (popolari, socialisti, repubblicani e comunisti) la strada dell’Aventino. Grandi era pienamente cosciente di ciò che attendeva l’Italia negli anni futuri, tanto è vero che il 2 agosto 1926 scrisse il suo testamento spirituale.

Così, a 43 anni, Achille Grandi si trovò disoccupato, politicamente e intellettualmente. Fu costretto a fare i lavori più disparati: amministratore del Caffè Carminati di piazza del Duomo, del ristorante Biffi e Grande Italia in Galleria a Milano. Furono dieci anni circa di estrema precarietà economica.
Intorno al 1940 Grandi prende parte ai primi incontri clandestini tra i cattolici di Milano. Nel 1942 il gruppo di Milano si incontrerà più volte con il gruppo di Roma di Alcide De Gasperi. Da questi incontri nascerà la futura Democrazia cristiana.
Negli stessi anni Achille Grandi maturò l’idea di dar vita a quelle che poi, con il nome coniato da Vittorino Veronese, si chiameranno le Acli. Dall’agosto del 1944, Grandi è presidente delle Acli, ma nel 14 febbraio 1945 rassegna le dimissioni. Le sue condizioni di salute si aggravano e per questo dovrà ricoverarsi presso l’ospedale Fatebenefratelli di Roma.
Achille Grandi rimane nella storia del nostro Paese come uno dei più limpidi interpreti del cattolicesimo sociale, artefice dell’unità sindacale, antifascista e democratico.
Fu uno dei più decisi fautori della scena sindacale unitaria, e il clima creatosi nella prima ricostruzione democratica consensuale delle tre grandi forze politiche e sociali, permise alle Acli di superare le diffidenze iniziali di buona parte delle forze di sinistra e di giocare un ruolo di animazione e crescita popolare della coscienza civile tra i lavoratori nella breve stagione della Costituente.
Di Achille Grandi è quel motivo che più di tutti ha segnato la rigenerazione permanente delle Acli, ancora oggi:
«Non so se faremo un tentativo destinato a fallire o se faremo un esperimento di portata storica. Abbiamo il merito di aver affrontato un grande compito».
Ma le Acli nacquero nel cuore dei lavoratori italiani prima ancora della loro nascita ufficiale.
Questa è la testimonianza che ci offre direttamente il fondatore, Achille Grandi, il quale scrive:
«Quell’organismo  che poi prese il nome di “Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani” sorse nel pensiero dei vecchi sindacalisti cristiani fin dal periodo clandestino, quando andavano concretandosi le trattative con i vecchi esponenti della Confederazione rossa per ottenere l’unità sindacale.
Era convincimento di noi tutti che i lavoratori cristiani, pur entrando in una organizzazione sindacale che affermava solennemente di rispettare tutte le opinioni politiche e religiose, avessero bisogno di una organizzazione che li formasse solidamente nella dottrina sociale cristiana.
Noi volevamo che rivivessero nelle Acli le nobili tradizioni della dottrina leoniana e di quelle mirabili opere che sorsero in Italia in seguito all’importante Enciclica, e che raggiunsero il massimo della loro efficienza dopo l’altra guerra».
(tratto da I presidenti delle Acli, collana “Profili”, n°11, Editoriale Aesse, 2002).

In queste pagine pubblichiamo un breve profilo degli undici presidenti che hanno guidato le Acli dalle origini fino a marzo 2006, data dell’elezione del presidente in carica, Andrea Olivero.
Non è la storia dei “presidenti”, ma solo un ricordo, una rassegna, un omaggio doveroso a chi, in questi oltre 60 anni di esistenza, ha guidato l’associazione in tempi più o meno difficili ma sempre con il fine ultimo di realizzare quello che Achille Grandi aveva per primo chiamato “un grande compito”.

(i profili sono tratti da I presidenti delle Acli, nella collana “Profili”, n° 11, Editoriale Aesse, 2002)
Achille Grandi (1944-1945)
Ferdinando Storchi (1945-1954)
Dino Penazzato (1954-1960)
Ugo Piazzi (1960-1961)
Livio Labor (1961-1969)
Emilio Gabaglio (1969-1972)
Marino Carboni (1972-1976)
Domenico Rosati (1976-1987)
Giovanni Bianchi (1987-1994)
Franco Passuello (1994-1998)
Luigi Bobba (1998-2006)

Le tappe principali della storia associativa

Quando il 26 agosto del 2004 abbiamo celebrato a Roma il sessantesimo delle Acli, a S. Maria Sopra Minerva, nello stesso luogo in cui nacquero 60 anni fa, abbiamo sperimentato ancora una volta l’importanza di ricordare le nostre radici, di valorizzarle facendo memoria, impegnandoci a tramandarle di generazione in generazione.
Anche Aesse, il giornale delle Acli, in collaborazione con l’Ufficio studi e l’Archivio storico ha cercato di fare memoria, pubblicando  nel 2005 dieci inserti raccolti nella rubrica “Raccontare le Acli”, regalando in questo modo, a tutti i lettori, un piccolo “romanzo”: la storia delle Acli.
Non è forse una ricostruzione scritta con i criteri delle scienze storiografiche, ma ha un carattere “popolare” che seleziona eventi e personaggi assumendo un taglio divulgativo e uno stile sobrio e veloce. Ogni pagina dell’inserto è accompagnata da documentazione fotografica. Ampio spazio è stato dato ai testi ormai “classici” e a quelli più recenti che ricostruiscono la storia delle Acli.

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